Appuntamento Soave a settembre
Un appuntamento Soave aspetta a Verona il 9 settembre 2024 tutti gli appassionati di vino per celebrare la longevità del Soave
A Castelvecchio, in centro città, il Consorzio di Tutela del Vino Soave in collaborazione con l’omonima Strada del Vino organizza un evento che per la prima volta si svolgerà in città: Soave Seven, una degustazione di vecchie annate di questo vino bianco che non teme il passare del tempo. In postazioni dedicate, le cantine che accettano la sfida del giudizio del pubblico proporranno in assaggio i loro vini, per consentire i confronto dell’annata ora in commercio del vino Soave (2023) con quelle di almeno sette anni precedenti: lo scopo è dimostrare agli appassionati il potenziale evolutivo dei vini di questa denominazione veronese. È un’occasione unica per qualunque wine lover, poiché molte delle bottiglie che saranno presenti non sono più in commercio.
Con Appuntamento Soave, la Strada del Vino intende ampliare il raggio d’azione delle sue iniziative di promozione e conoscenza di questa denominazione, al punto da partire dal capoluogo di regione: la conferenza stampa di presentazione della manifestazione si è infatti tenuta a Venezia, a Palazzo Ferro Fini, sede del governo veneto. “Il nostro obiettivo è far conoscere e apprezzare la versatilità dei nostri prodotti locali, a partire dal vino Soave – ha detto il presidente della Strada del Vino Soave Stefano Alberti -. Con l’incontro in Consiglio regionale abbiamo voluto celebrare un simbolico gemellaggio con la cucina lagunare, che ci permette di esaltare le produzioni tipiche scaligere grazie anche alla collaborazione con l’associazione Ristoranti della Buona Accoglienza di Venezia”. Nata nel 1999, la Strada del Vino Soave conta oggi circa un centinaio di soci, tra cantine vitivinicole, frantoi, hotel, ristoranti, agriturismi, enti, associazioni e aziende di prodotti tipici locali. Un ventaglio di attività che sul territorio si coordinano per offrire sempre al turista la miglior esperienza enogastronomici possibile.
Alla presentazione di Appuntamento Soave e Soave Seven, c’era anche Cesare Benelli, fondatore dell’Associazione Ristoranti della Buona Accoglienza e ideatore di Osti in Orto, un’iniziativa a cui aderiscono 15 ristoranti veneziani che hanno iniziato a coltivare verdure, frutta, spezie e altri prodotti in poco più di 4 ettari di terreno agricolo dismesso da molti anni, nell’Isola di Sant’Erasmo, seguendo il ritmo delle stagioni. Materie prime a km 0 che poi usano nei loro piatti. “L’Isola di Sant’Erasmo ha sempre prodotto frutta e verdura di qualità altissima, grazie alla particolarità dei suoi terreni dal fondo sabbioso, con aree argillose e limose – ha spiegato Benelli -, ma con il tempo è andata spopolandosi. L’idea di ‘Osti in Orto’ è nata in pieno periodo Covid, tra un gruppetto di amici ristoratori della Buona Accoglienza. Ormai sono già quattro anni che riforniamo i nostri ristoranti con legumi, verdure e frutta completamente autoprodotta e, siccome l’idea piace, abbiamo già richieste da altri colleghi di entrare nell’associazione. Con i produttori del Soave – ha continuato il ristoratore – condividiamo la grande attenzione per la sostenibilità e la natura”. E non solo. Anche i prodotti. Nel caso di sovrapproduzione di verdure, infatti, la ditta Damoli, socia della Strada del Vino di Soave, è pronta a trasformarle in eccellenti giardiniere campagnole. Così, se a Venezia si può bere Soave con i tradizionali cicchetti, a Verona il tipico antipasto italiano ha sapori veneziani.