Villa Franciacorta, il coraggio di Emozione Unica
2017, anno della gelata, Villa Franciacorta perde l'80% della produzione e trasforma un'annata difficile in un'occasione di rilancio
Sono passate diverse settimane da Vinitaly, quando le aziende propongono in assaggio le nuove annate prossime alla commercializzazione. L’azienda di Monticelli Brusati per il secondo anno ha scelto di non partecipare alla kermesse scaligera, ma di ospitare clienti e giornalisti in un luogo di bellezza, questa volta Villa Cariolato a Vicenza. Come consuetudine sono sate presentate le nuove annate dei Franciacorta aziendali, quei vini che avremo modo di raccontare e giudicare durante gli assaggi della nostra guida Sparkle, edizione 2024: Emozione Brut 2019, Cuvette Brut 2018, Diamant Pas Dosé 2018, Extra Blu Extra Brut 2018, Briolette Rosé Demi Sec.
La vedette della serata è stata però Emozione Unica Extra Brut 2017, un Franciacorta dal forte valore simbolico che aspettavamo da tempo. Per chi non lo ricordasse, l’annata viticola 2017 ha vissuto una forte gelata primaverile che in alcuni territori si è portata via il grosso delle gemme, già sviluppate grazie al caldo iniziale. L’azienda è riuscita a portare in cantina meno del 20% delle uve mediamente venedemmiate, quelle provenienti dalle colline più alte e dalle vigne più vecchie. Dopo la gelata, ci raccontò Paolo Pizziol (nella foto di apertura con Roberta Bianchi), direttore dell’azienda, durante una visita in quella stagione, le telefonate con proposte di acquisto di uve si sprecavano: i proprietari Roberta Bianchi con il papà Alessandro (all’epoca ancora in vita) e Paolo Pizziol decisero di procedere come sempre, con le proprie uve, consapevoli che sarebbe stata un’annata molto sfavorevole dal punto di vista economico. Quel piccolo quantitativo di uve, provenienti dalle vigne migliori, non poteva essere gestito per produrre le referenze aziendali più importanti, come normalmente avviene, e Villa Franciacorta prese la decisione di produrre un unico vino, facendone un Franciacorta unico. Anche nell’uvaggio perché è frutto di un blend paritetico di chardonnay e pinot nero. Ne sono state tirate trentamila bottiglie e a fine 2022 degorgiate diciannovimila con l’etichetta Franciacorta Emozione Unica Extra Brut 2017, dopo circa quattro anni e mezzo di maturazione sui lieviti in bottiglia: “L’eccellenza non ammette scorciatoie – afferma Roberta Bianchi – e anche un momento critico può invece diventare occasione di riscossa”. Un’etichetta che simbolicamente rappresenta la fenice, ovvero la resilienza aziendale di far fronte in modo positivo alle avversità, trasfomandole in occasione di rilancio. L’appetito vien mangiando e allora Alessandra e Paolo, coppia nella vita e nel lavoro, hanno deciso di conservare le altre undicimila bottiglie sui lieviti e di proporre negli anni sboccature successive di questo vino la cui unicità avrà così diverse forme.
Venendo al Franciacorta Emozione Unica Extra Brut 2017 è frutto di una vinificazione separata in acciaio termocontrolalto delle diverse parcelle di provenienza, utilizzando quei lieviti autoctoni che l’azienda ha isolato nei propri vigneti e nella proria cantina in anni di lavoro, identificando i migliori che sono stati propagati. Il vino è rimasto sulle fecce fini sino alla primavera 2018, quando è andato in bottiglia per il tiraggio, usando lieviti selezionati; quattro anni e mezzo sui lieviti e quindi sboccatura con dosaggio a tre grammi di zucchero. All’assaggio è interessante perché fonde grazia e vigore vitale, con belle note di complessità al naso, mentre in bocca integra una freschezza atletica con un’avvolgenza e un bilanciamento tipici dei Franciacorta aziendali. Ma non vogliamo anticipare nulla, avremo modo di degustare – la nostra commissione di Sparkle 2024 – questa etichetta durante l’estate, quando inizierà a entrare nella sua fase più importante e allora registreremo tutti i dettagli del nostro assaggio.