Vino e sport, l’abbinamento è servito

Matteo Carreri, un wine ambassador in campo

Si è appena conclusa la prima stagione di “Chef in Campo”, trasmissione che da ottobre, per nove puntate trasmesse in prima serata su SportItalia, canale 60 del digitale terrestre, è riuscita a coniugare due delle grandi passioni del pubblico italiano: lo sport e l’enogastronomia.

Format semplice e, forse anche per questo, decisamente efficace come testimoniano gli ottimi ascolti. Ospite in studio un personaggio del mondo dello sport (ma non sono mancati politici, show girl e attori) alla prese con due ricette in qualche modo rappresentative di tappe importanti delle loro vite e carriere. A condurre il gioco Anthony Peth, già conduttore di diverse e fortunate trasmissioni. Come supporto ai fornelli lo chef Andrea Palmieri. E con in più la piacevole sorpresa costituita da Matteo Carreri a proporre degli abbinamenti sia con i piatti che con i personaggi stessi.

“Durante il lock down – spiega Carreri -, come tantissime persone, ho fatto incetta di tv, vere e proprie maratone davanti allo schermo. E, ovviamente, mi è capitato di seguire anche trasmissioni legate in teoria all’enogastronomia. Dico in teoria perché, in realtà, il vino o era il grande assente o aveva un ruolo assolutamente marginale. L’ho trovato una sorta di paradosso, soprattutto in un Paese come il nostro dove il vino è storia, cultura, tradizione oltre che un fattore trainante dell’economia nazionale. E così mi sono, come dire, guardato un po’ intorno. E quando è capitata l’occasione di collaborare con “Chef in Campo” non mi sono lasciato sfuggire l’occasione”.

E i telespettatori hanno mostrato di gradire molto gli interventi di Carreri nel corso della trasmissione. Con il suo stile da gentleman e con la competenza che gli deriva dalla grande esperienza conquistata, è il caso di dirlo, sul campo.

“Mi piace definirmi un selezionatore – racconta -. Prima di questo blocco trascorrevo delle bellissime giornate girando per il nostro straordinario Paese alla ricerca di piccole realtà in grado di raccontare una storia e di regalare un’emozione da trasmettere poi ai miei clienti, che da me si aspettano proposte particolari piuttosto che quelle che potremmo definire mainstream”.

Una filosofia di approccio al mondo del vino che Carreri ha adottato anche nel corso delle nove puntate, divertendosi ad abbinare i vini non solo ai piatti proposti dagli ospiti, ma anche allo sportivo di turno, basandosi essenzialmente sulle caratteristiche del personaggio stesso.

“E così a Christian Panucci, difensore della Nazionale di squadre del calibro di Roma, Milan e Real Madrid, ho abbinato un Cagnulari perché hanno in comune il carattere e la determinazione. Andrew Howe, tuttora detentore del record italiano di salto in lungo, per me è un Cesanese del Piglio, intenso e in grado di regalare grandi emozioni. Massimiliano Rosolino, tra i migliori nuotatori della sua generazione, olimpionico con un palmares impressionante, lo vedrei come un’ottima birra artigianale, brioso e coinvolgente”.

E Maradona?

“No, lui è inabbinabile e inimitabile”.